mercoledì 30 settembre 2015

Da Calheta a Funchal...spostamento tecnico.


29-sett-15

Da Calheta to Funchal

Piccolo trasferimento per riparazioni.






Calheta e’ uno di quei posti assurdi dove hanno costruito un paio di mega alberghi e per “contorno” hanno costruito anche un marina, sbagliando clamorosamente il calcolo delle correnti e della risacca.Risultato..anche in giornate super super calmissime all’interno c’e’ una risacca enorme, se poi ci si aggiunge che le uniche cose che ci sono sono 4 ristoranti e un bar piu’ i due mega hotel a cui con opere imponenti di protezione con massicciate con cui ci si poteva costruire altri due marine, hanno poi acquistato sabbia dal Marocco e trasportata per poter creare due finte spiagge per sti panzoni di turisti.Naturalmente gli alberghi funzionano...il marina ormai in disuso e a parte qualche local col suo motoscafino da pesca non c’e’ molto altro.Noi l’avevamo scelta per via dell’avaria all’invertitore.Poco dopo rendendoci conto della situazione, decidiamo di muoverci su Funchal ma...a detta di tutti e di tutti i portolani c’e’ un piccolissimo marina strapieno di local e pochissimi posti per il transito.Decidiamo di non telefonare ma di prendere il bus per andarci a parlare personalmente di persona...abbiamo visto che fa’ una gran diferenza.Calheta a Funchal sono 14 miglia via mare...stimiamo una ventina di chilometri via bus. Alla mattina prendiamo il bus e gia’ al pagamento 9.40 euro per due mi sembra che qualcosa non torni...mi sembra alto come prezzo per una mezzoretta di autobus.Di fatto fara’ tutto l’interno di Madeira, tra precipizi e burroni da terrore arriveremo dopo due ore a Funchal...orecchie tappate e testa che ruota.Andiamo diretti al marina...dove dopo varie rappresentazioni riusciamo in qualche maniera a farci assegnare un pezzo di pontile galleggiante con ormeggio all’inglese , grazie anche alla deriva mobile...non scordiamoci che qua’ ci sono gia’ 2.6 metri di escursione di marea.Decidiamo di tornare al piu’ presto alla barca per prepararci per l’indomani ed essere a Funchal il prima possibile...prima che cambino idea.Altre due ore di luna park tra i monti e ciliegina...quell autobus non arriva fino a Calheta ma solo fino a Estrela...di li’ ci sciroppiamo 3 km in discesa al 20% che arriviamo giu’ con i polpacci doloranti.

Il 29 , sveglia alle 5, partenza alle 5:40 , passiamo ancora tra il tunnel della paura...ma c’e’ ancora la luna e ormai conosciamo la bestia.Vento non ce ne e’, siamo ridossati dall’isola, ma comunque saremmo andati comunque a motore, perche’ anche se ho delle ipotesi non ho ancora individuato esattamente la perdita nell’invertitore.Continuo a monitorare per le perdite di olio, finche becco la perdita, si nascondeva dietro il leverismo e gocciolava un po’ distante dal corpo.

Arriviamo a Funchal alle 10:00, via radio ci pilotano al nostro posticino che ci attendeva bello libero.Dopo le varie pratiche, svuoto l’invertitore dall’olio e smonto il cilindro del leverismo, smontarlo e’ facile come estrarre l’o-ring, ma per togliere la guarnizione vera e propria  sono madonne, due cacciaviti spuntati...di cui uno infilato in una mano...ma alla fine vincono sempre i migliori.Questa mattina subito alla Volvo...qua’ a due passi con un magazzino immenso, dicono che in un paio di giorni ci trovano le guarnizioni, speregna. Nel frattempo abbiamo contattato Turbinio (non ho idea da dove derivi sto nome) per alcuni cioppini su i teli e il taglio di un cuscino, grazie a lui contattiamo anche Sergio per fare la protezione sul ponte in inox dell’uscita del camino della stufa, insomma mica ci rilassiamo.La citta’ si presenta bellissima, siamo estasiati dalle isole Portoghesi in Atlantico ,sono veramente una meraviglia...cosi’ come lo e’ il vino portoghese.

Nei prossimi giorni faremo in po’ o turisti e un po’ i meccanici ...forse piu’ i secondi che i primi.
Il leverismo dell'invertitore da dove perde

Il "favoloso" banco da lavoro viaggiante incastrato tra le due panchette del pozzetto...sufficente ad armare una morsa.

Il cilindro del leverismo smontato , pronto per le nuove guarnizioni.

sabato 26 settembre 2015

Da Santa Maria a Porto Santos…ma con deviazione a Calheta a Madeira




26-sett-15
Da Santa Maria a Porto Santos…ma con deviazione a Calheta a Madeira


Come da titolo, la tratta era Santa Maria a Porto Santos ..ma causa problemi all’invertitore alla fine abbiamo deviato su Calheta a Madeira.

Partiti da Santa Maria di conserva con Yves (il canadese) alle 07:00 del 20 settembre...di conserva per modo di dire , perche’ lui con un 40 piedi dopo una decina di miglia se ne e’ andato come avesse il turbo, e non lo abbiamo piu’ visto o sentito.Appena liberi dal ridosso dell’isola (non molto a dire la verita’, l’isola e’ piccola) il NE ci ha riempito le vele alla grande ed e’ cominciata la navigazione piu’ lunga che abbiamo mai fatto di bolina ‘a ferro”, 584 miglia sbandati come matti per 5 giorni pieni, scomoda...ma alla fine esilarante e istruttiva.Mandare sempre la barca al massimo, al massimo della velatura permessa tenendo conto dei groppi sempre in aguato..alla fine viene fuori una media di 4.4 nodi ..che sommando anche l’ultimo giorno con venti leggeri non e’ niente male.Perche’ la deviazione su Calheta ? Per Porto Santos avevamo una rotta di 117 gradi, e per i primi giorni con il vento a 50/60 gradi si faceva...ma poi il vento ha cominciato la rotazione verso est/sud est fino ad arrivare per 89/90 gradi e quindi voleva dire bordi piatti ..almeno per noi che tra un bordo e l’altro produciamo una COG di 140 gradi ...si’ si ‘ lo so’ un enormita’...ma come detto tante volte le barche a deriva mobile non sono il massimo per la bolina, con le vele nuove sembra ora di volare e riusciamo a stringere il vento a circa 40/45 gradi...ma poi lo scarroccio ci fa’ sciiiiivolare sottovento e addio COG.Abbiamo analizzato la cosa e abbiamo visto che Caletha nell’ovest dell’isola di Madera ci dava una rotta di 134m noi inizialmente riuscivamo ad andare per 150/160 gradi e quindi l’angolo era migliore ..in piu’ era piu’ vicino, e la possibilita’ di pezzi di ricambio maggiore, quindi via per Calheta.

Verso l’imbrunire eravamo ad una quindicina di miglia dall’arrivo e non vedavamo l’isola, coperta da una cappa nerissima di nuvole strapiene di pioggia, eravamo preoccupati dell’atterraggio, gia’ sconsigliato da fare di notte per via della conformazione terribile dei moli...in piu’ da anni sono caduti dei massi del molo nel canale di accesso non segnalati ...neanche quelli del marina sanno esattamente dove sono, i vari potolani consigliano vivamente di entrare con l’alta marea e di giorno, se poi ci si mette anche la non visibilita’ della pioggia ecco che siamo veramente nella ca...a.Fortuna che poco dopo il temporale si e’ scatenato e ci ha riversato addosso le solite tonellate di acqua, per poi placarsi dopo un oretta.Beh ...non risolviamo il problema dei moli...ma almeno ci vedremo qualcosa.Arriviamo davanti all’imbocco dei primi due moli come si puo’ vedere dalla foto aerea (tratta da internet) che pero’ non rende giustizia alle dimensioni che sono davvero minime , scogli a destra scogli a sinistra davanti un gran muraglione con virata a sinistra appena si entra per ficcarsi in un canalino ancora piu’ stretto...DA PAURA..Contattati il marina prima di entrare ci dicono di metterci dove ci pare che loro se ne vanno a casa...insomma “arrangiatevi come meglio potete”.Entriamo , Antonella al timone con non poca apprensione, io che guardo contemporaneamente a destra a sinistra davanti in basso in alto e...ok ok ho finito tutti gli occhi, sembra di essere nel tunnel della paura del luna park.Siamo dentro...tutto calmo, vediamo dei finger liberi e ci infiliamo , ci viene a prendere le cime Antonio, un locale che ha un motoscafo come una montagna, molto gentile e ci conferma il DA PAURA nell’entrare di notte, se lo dice lui che e’ un local motoscafaro ..vuol dire che e’ VERAMENTE DA PAURA.Finiamo l’ormeggio e sistemata alla meglio l’esplosione nucleare che regna all’interno della barca ci facciamo du fili col pomodoro con dentro uno sgombretto che eravamo riusci a pescare ...senza accorgecene(avevo messo il freno del mulinello troppo stretto, pensando chissa’ quali  squali pescare, e non si era neanche mosso quando lo sgombero abboccava, ritirando la lenza per metterla via ci si accorge dello sgombretto) prima di arrivare.Poi solito copione magnata , una buona bottiglia di vino tinto potoghese e ...finalmente si dorme con la possibilita’ di girarsi  sul fianco che si preferisce senza essere incastrato dalla gravita’ dello sbandamento.Esausti...ma veramente contenti di essere riusciti a gestire al meglio Stranizza...e noi ...dopo i canonici due giorni iniziali di “assestamento stomaco”.Durante la navigazione via e mail abbiamo contattato Yves per avvisarlo del nostro cambio di programma , per evitare che non vedendoci arrivare facesse partire i mezzi di soccorso, ci ha poi confessato che anche lui visto il vento contro aveva considerato seriamente di deviare su Calheta , il motivo per cui non lo ha fatto e’ che pensava che noi fossimo arrivati a Porto Santos , e siccome lui la conosce molto bene (essendo lui un veterano del tour atlantico) gli avrebbe fatto immensamente piacere farci da guida...che “gentlemen si trovano in mare”.

venerdì 25 settembre 2015

Day 5 change of plan

l'idea era di arrivare a Porto Santos, ma ...l'invertitore del motore evidentemente aveva altri piani.Arrivati a meta' rotta con 250 miglia all'arrivo per Porto santos accendendo il motore ci rendiamo conto che c'e' una perdita consistente di olio dal leverismo dell'invertitore, tale che dopo un paio di ore si rimane senza olio.Il forecast per Porto Santos prevedeva gli ultimi due giorni di navigazione col vento direttamente sul naso ...debole..ma sul naso, la nostra strategia sarebber stata di aiutarci un po' col motore viste le pessime doti boliniere di Stranizza.Fare bordi sarebbe stato uno stillicidio di bordi piatti e non avremmo guadagnato da nessuna delle due parti, abbiamo quindi deciso di piegare piu' verso sud e atterrare nella parte ovest di Madera a Calheta.Meno miglia da fare, angolo migliore col vento e una volta a terra piu' possibilita' di trovare pezzi di ricambio.Detto fatto ...sempre di bolina stretta con diversi bordi ci stiamo dirigendo a Calheta da cui ne siamo distanti ormai 50 miglia, e dove prevediamo di arrivare ..sic!!questa notte verso mezzanotte(odio gli atterraggi notturni).A quel punto dovremo cercare di riparare l'invertitore.

BV A&A on S/Y Stranizza

mercoledì 23 settembre 2015

Day 3

Route Santa Maria to Porto Santos
Day 3 23-09-15
UTC Hour 12:00
Position 34.42 N 19.43 W
Course 118
Pressure 1017
Air Temperature 27
Wind direction NE
Wind speed 9
Forecast wind 8
Apparent wind ENE
Point of Sailing Bolina
Miles last 24 hours 83
Mile to go 194

Bolina sempre bolina, notte laboriosa, groppi uno dietrol'altro, una mano alla randa e fiocco.Antonella nel suo turno dale 5 alle 8 tra pioggia , fulmini e 24 nodi di reale viaggiava a 6.8 nodi nella pece della notte."What a brave woman".Nelle ultime 24 percorse circa 83 miglia verso la destinazione.di fatto ne abbiamo fatte piu' di cento, perche' ieri pomeriggio eravamo scaduti parecchio dalla rotta e viaggiavamo per 140 mentre la rotta sarebbe 117, abbiamo quindi fatto un bordo verso nord a perdere di 24 miglia, per andare a beccare il vento piu' forte e con un angolo migliore.La strategia ha pagato siamo rimasti tutta notte sopra la linea di rotta e ora continuiamo a viaggiare in parallelo ad una decina di miglia dalla linea dei 117.

BV A&A on S/Y Stranizza

martedì 22 settembre 2015

Day 2

Route Santa Maria to Porto Santos
Day 2 22-09-15
UTC Hour 12:00
Position 35 09 N 021 17 W
Course 120
Pressure 1018
Wind direction NE
Wind speed 17/18
Forecast wind NE 14
Apparent wind 28
Point of Sailing Bolina
Miles last 24 hours 94
Mile to go 277

Sempre di bolina stretta, ma stiamo scadendo comunque...vedremo piu' avanti come fare.Nottata da lupi, rinforzi fino a 28 di apparente, groppi uno di seguito all'altro anche con fulmini...onde grandi che alle volte ci passano completamente sopra...fortuna cher abbiamo l'estensione allo spray hood..se no' era dura.

A&A on S/Y Stranizza

domenica 20 settembre 2015

Partiti Santa Maria to Porto Santos

Route Santa Maria to Porto Santos
Day 1 20-09-15
UTC Hour 12:00
Position 36.48 N 24.42 W
Course 115
Pressure 1023
Air Temperature 25
Water Temperature
Wind direction NE
Wind speed 10
Forecast wind NE
Apparent wind 12
Point of Sailing 45
Miles last 24 hours Partiti alle 07:00 26 nm
Mile to go 470

Stiamo cercando di stare piu' sopravento possibile e di stringere la bolina, piu'[ mavanti il vento girera' piu' da est e quindi dovremo0 poggiare .Al momento tutto bene, le vele nuove fanno la differenza.Siamo p[artiti assieme ad un canadese single hand ...dopo una ventina di miglia essendo lui un 40 piedi ci ha fumato.

A&A on S/Y Stranizza

lunedì 14 settembre 2015

Sao Jorge e Angra do Heroismo

 Scritto da Antonella

Draghi, uccelli, tori e ... un coniglio.


Premessa
Le Azzorre sono famose soprattutto per l'anticiclone che si instaura in primavera- estate e si sposta poi in autunno facendo passare le perturbazioni. Nei portolani si consiglia di lasciare le Azzorre al massimo a settembre per evitare di trovarsi bloccati dalle tempeste.
Aggiungiamo anche il fatto che l'equipaggio di Stranizza fa fatica a prendersela comoda, in conclusione ci sentiamo un po' in ritardo e ogni sosta in queste isole meravigliose ci sembra lunghissima e dobbiamo fare uno sforzo per pazientare e aspettare il vento giusto per partire lasciando passare anche più di una settimana.
Il disegno del coniglio di Alice " Sono in ritardo " è una combinazione visiva nata dalla visita al Museo di Angra do Heroismo a Terceira  dove insieme alle importanti memorie storiche c'era anche una mostra dedicata a un pittore azoregno Anton Dacosta con la riproduzione in azuleios del suddetto coniglio realizzato per una fermata della metropolitana di Lisbona.
Ho fatto un po di ricerche e ho trovato il disegno originale con la scritta.



























Riparto ora con le immagini dalla prima tappa del nostro viaggio.
A Sao Jorge la piazza di Velas, il capoluogo, è dedicata al santo che da il nome all'isola , San Giorgio e il drago per l'appunto raffigurato nel pavimento con la tecnica usata in tutto l'arcipelago per decorare i marciapiedi. Anche la "fontana" è in tema con il soggetto.
La cittadina è un misto tra architettura cinque e seicentesca e art deco con la materia prima locale e cioè la pietra nera vulcanica e la tradizione ceramica portoghese degli azulejos utilizzati nelle insegne e nelle immagini votive a protezione delle case. Nella  foto si vedono le panchine deco in ghisa ritrovate anche a Angra do Heroismo.

Come già detto in precedenza, a causa della copertura nuvolosa siamo riusciti a vedere soltanto le immediate vicinanze di Velas e con la macchina, Ponta do Topo all'estremità orientale dell'isola.
Calheta , l'altra cittadina sulla costa sud dell'isola l'abbiamo vista sotto una pioggia battente che ci ha impedito anche di andare in giro. In compenso abbiamo incontrato tante mucche, visto da vicino il famoso "cagarro" che in italiano si chiama berta maggiore, uccello tipico delle Azzorre,che assomiglia a un gabbiano ma più grosso, ha un grosso becco ad unco e viene a terra  solo per nidificare, fa inoltre uno strano verso stridulo che sembra un grido umano.

Il viaggio in macchina è stato un po' deludente. La strada che percorre l'isola è quasi tutta in altitudine e praticamente immersa nelle nuvole.
Siamo riusciti a vedere qualcosa solo a Ponta do Topo. Topo  vuol dire alto. Topo è il nome dell'isolotto. A Ponta do Topo c'è anche un "portinho"  incredibilmente incastrato tra le rocce.

In compenso i dintorni Velas sono  spettacolari e se il tempo permette si vede Pico.

In questa tappa tra Sao Jorge e Terceira, mi sembrava di essere tornata in Brasile con questi cieli plumbei, in contrasto con le case dipinte a colori vivaci e mi stava venendo un po di depressione anche a causa del tempo e dell' impossibilità di andare in giro.

Angra do Heroismo si distingue dalle altre città per il suo aspetto imponente.
Prima città delle Azzorre è stata anche capitale e sul villaggio originario sviluppatosi secondo un concetto medievale sulle rive di un fiume è stata poi costruita la città con un piano regolatore "moderno" di città cinquecentesca con la porta del mare che si collega tramite la Rua Direita al centro della città alla piazza con i suoi palazzi nobili, chiese e conventi.
Dal punto di vista strategico il porto è in una posizione inespugnabile con i due forti ai lati e il monte Brasil che le ha permesso di respingere gli attacchi degli assalitori.
Il nome Heroismo  viene dalla resistenza della città durante la guerra civile nel secolo XIX tra assolutisti ( miguelisti ) e liberali . I liberali governavano la città a differenza delle altre isole che erano controllate dagli assolutisti i quali cercarono senza successo di conquistare Terceira.  Riassumo brevemente perchè non siamo riusciti a capire esattamente  come sono andate le cose.
Il monumento in cima alla città chiamato Alto della Memoria sta a ricordare l'eroismo di Angra e il periodo liberale.

Il museo regionale ha sede nel convento dei francescani divenuto poi liceo e poi, debitamente ristrutturato anche a seguito dei danni del terremoto del 1980, museo.

Tra le collezioni del museo anche un ricco allestimento degli armamenti della prima guerra mondiale con i cavalli di ferro ( vedi foto ) che trasportano artiglieria mobile.
Angra do Heroismo è dichiarata dall 'Unesco patrimonio  dell' Umanità .

Mentre il motivo  ricorrente a Fajal sono le balene, Angra do Heroismo è famosa per i tori  che vengono fatti correre per strada.

Dopo qualche giorno dal nostro arrivo è finalmente venuto il sole che ha sollevato il morale e scaldato le ossa nonchè permesso  qualche bella passeggiata a piedi, sempre con scopi utili come la ricerca dell'olio per il motore e un saldatore per la modifica di alcuni pezzi.

Lo studio accurato del meteo ci ha fatto decidere di partire per approfittare del vento e cercare di andare più a sud possibile e l'idea iniziale di andare a vedere il forte sul monte Brasil è saltata, ma poco male, di forti in questo viaggio ne  abbiamo visti  abbastanza.








Velas Panchine deco in ghisa  nella piazza

Il "cagarro"





Anatre o oche nel marina nutrite dal pescatore

Velas traghetto in arrivo


granchi al marina 

Velas il marina


Velas , la porta do Mar , accesso alla città dal porto sec. XVII







Velas, vista dal lungomare, sulla sinistra il castello del quale sono rimaste solo le mura e il nuovissimo auditorio costruito sopra, Pico sullo sfondo.

Una sirena sul tetto.



l'arco naturale a Velas




Calheta, il porto

 A Calheta:  pioggia battente da dentro il bar del porto









On the road..... 






















PORTINHO


La doccia.....

Vista di Ponta do Topo da Portinho















DINTORNI DI VELAS















ore 7 del 4 settembre,
partenza da Velas  (lo so che è mossa ma rende l'idea)







vista di Portinho dal mare 







Ponta do Topo

Sao Jorge alle spalle e una barca a secco di vele in arrivo





In avvicinamento a Terceira 


La schiuma dei delfini e Terceira sotto la nuvola nera

Terceira , Angra,  Mont Brasil coperto

Marina di Angra do Heroismo
Stranizza al centro " la barca degli zingari"



I danni del nubifragio


Angra do Heroismo la spiaggia piena di detriti


Angra do Heroismo  Forte S. Joao Batista
Angra do Heroismo Il club navale sullo sfondo





Due passi in città




Geometrie






Cantinho de Veronica col toro in vetrina








 IL MUSEO 



























Il giardino pubblico 






Il mercato 













Praça Velha


Rua Direita




Finalmente il sole!! 


La scalinata dal porto alla città e la chiesa della Misericordia

la spiaggia col sole, ancora i detriti del nubifragio e divieto di balneazione.


Vista di Angra  e di Porto Pipas dal Castelinho , il marina sullo sfondo.








 Praça de Touros 


















Arredo urbano rivestito di maglia  lavorata a mano 





Lets get lost .......






Don Bosco sopra la porta 



Pousada  ( albergo )  all' interno del Castelinho 


Vista dal piazzale del Castelinho, Ilha da Cabras sullo sfondo


Monumento Alto della Memoria

Vista dal monumento  Angra e Mont Brasil